I pilastri della conversione


 18/02/2015  |     don Alessandro Brandi  |   Spirito e Vita



In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «State attenti a non praticare la vostra giustizia davanti agli uomini per essere ammirati da loro, altrimenti non c’è ricompensa per voi presso il Padre vostro che è nei cieli. (Mt 6, 1)

Quaresima: tempo propizio per riscoprire la misericordia di Dio, tempo di conversione profonda del nostro cuore alla sua volontà. All’inizio di questo itinerario di grazia, la liturgia ci fornisce gli strumenti con cui porre solide fondamenta per camminare più speditamente verso la Pasqua: l’elemosina, la preghiera e il digiuno.

Dietro ogni nostra azione, anche la più buona, si può nascondere uno smisurato amor proprio, che cerca l’appagamento personale, più che la giustizia e la gloria di Dio. Gesù, guardando a coloro i quali ostentano le loro offerte per guadagnarsi la lode degli uomini, chiamandoli ipocriti (letteralmente attori di teatro o, peggio ancora, empi) ci indica la via giusta: prendere a cuore le necessità dei bisognosi e fare il bene nel segreto, laddove solo Dio può guardare, riconoscendo nel volto di ogni povero quello di Cristo stesso.

Allo stesso modo Gesù contrappone la preghiera falsa, compiuta con vanità davanti agli uomini, a quella sincera, attraverso cui si riconosce il primato di Dio nella propria vita e, nell’ascolto attento della sua Parola, si alimenta con lui un dialogo filiale e sincero.

Il digiuno, infine, si configura come una forma di richiesta di perdono per i peccati commessi, di implorazione dell’aiuto di Dio e di rendimento di grazie e di lode al Padre. Tutt’altro che forma di disprezzo del corpo, va considerato un valido strumento per rinvigorire lo spirito, mediante il dono di sé nell’esercizio della carità fraterna.

Sono questi gli strumenti che ci permettono di intraprendere un sincero cammino di conversione, approfondire il senso e il valore dell’essere cristiani e riscoprire la misericordia di Dio per diventare anche noi più misericordiosi verso i nostri fratelli.

 

 

Signore,
ecco le nostre fronti segnate dalle ceneri,
come stipiti delle porte di coloro che tu stavi per liberare dall’Egitto.
Ecco i nostri cuori segnati dalle ceneri,
le nostre colpe bruciate dal fuoco del tuo amore.
Ecco le nostre mani segnate dalle ceneri,
quelle delle nostre violenze distrutte dalla tua tenerezza.
Ecco i nostri piedi segnati dalle ceneri,
quelle dei falsi idoli dissolti al roveto ardente della Verità.
I cammini dove tu ci inviti a seguirti
sono, anch’essi, segnati dalle ceneri,
non come segno di tristezza,
ma come pegno di purezza.
Queste ceneri renderanno fertile
il terreno pietroso delle nostre aride vite.
Così segnati dalle ceneri
eccoci, Signore, pronti a seguirti
sulla via ardente che conduce alla Vita.


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