La Forza del perdono


 13/03/2015  |     Paolo Malerba   |    4282  |   Comunità



II incontro di quaresima

La Forza del Perdono

Il verbo perdonare deriva direttamente dal latino "per donare" in cui la particella intensiva "per" indica il compimento, il significato è quindi donare completamente. Ma che cosa viene donato completamente con il perdono? La rinuncia alla vendetta

Canto: voglio adorare te- silenzio

Perdonare non significa fare un atto di ipocrisia, cioè facciamo finta di non vedere quello che è successo

Il vero perdono non è mai un atto semplice. Non pensate che perdonare sia una cosa che si fa come uno schiocco di dita. "Dai su perdona". No, non è così. Il perdono necessita di un cammino molto impegnativo. C’è un processo, un cammino per poter compiutamente perdonare una persona, un cammino non facile, un cammino arduo. Il perdono è sempre un processo, un cammino che la persona che ha offeso, la persona che è stata offesa e la comunità, in cui avviene tutto questo, devono fare. Tutto questo all’interno di una dimensione di verità, cioè non presumiamo mai nella vita che il perdono si possa fare senza mettere la persona nella verità. Perdonare, cioè, non significa fare un atto di ipocrisia, cioè facciamo finta di non vedere quello che è successo. Il concetto fondamentale nel perdono, sta nel riconoscere i propri errori e i propri sbagli, nel dire "ho sbagliato", nel mettere la persona nella verità, quindi quando qualche volta si sente in giro "…ma sì, in fondo l’ho perdonato", ma non hai fatto un cammino con quella persona, non hai cercato di mettere quella persona nella verità, di avere un dialogo con lei, di dire "hai sbagliato, confrontiamoci, parliamo" se non si fa questo cammino non si arriva ad un perdono compiuto. Dobbiamo apprezzare, quando c’è qualcuno che ci mette nella verità, perché lì comincia il cammino del perdono, l’incontro con il Signore e con la sua misericordia. Porto un esempio, ricordate l’episodio della Samaritana? Gesù che incontra la Samaritana al pozzo, c’è tutto un dialogo: ma dov’è il passaggio determinante di quell’incontro? Dov’è che quella donna comincia a capire che è perdonata da qualcuno? Quando Gesù le dice "Va a chiamare tuo marito". Che cosa significa quella domanda? Significa che la donna, in quel momento, viene messa nella verità. Mettiti in una piattaforma di verità e a quel punto può cominciare il tuo perdono. Diventa fondamentale capire che: Dio è misericordioso sempre con te, Dio ti perdona sempre comunque. Dio perdona tutti, però perché tu possa accogliere fino in fondo questa misericordia ti devi mettere in un atteggiamento di verità, se non fai questo nella tua vita, non potrai mai sperimentare compiutamente il perdono.

Silenzio – canto Gesù e la Samaritana

Perdonare non è dimenticare e dimenticare non è perdonare.

Ma che cosa non è il perdono? Innanzitutto il perdono non è quella sorta di colpo di spugna, o questo voltare pagina, come noi spesso diciamo. Non è dimenticare. Una delle confusioni più frequenti, è quella di identificare il perdono con il dimenticare. Non è dimenticare e, dimenticare non è perdonare. Se il perdono permette all’offensore di ritrovare la sua dignità, questo non avviene mai a spese della memoria. Quando si perdona non si dimentica il male che qualcuno ha commesso, come se dimenticare fosse una parte integrante del perdono. Non si può perdonare qualcosa che si è dimenticato. Abbiamo bisogno di perdonare, proprio perché non abbiamo dimenticato il male subito. Il ricordo è il magazzino della sofferenza, è il motivo principale per cui abbiamo bisogno di essere guariti. Poi può succedere che, una volta che hai perdonato, in cuor tuo riesci anche a dimenticare, ma è una conseguenza del perdono. Perdonare non è scusare. Scusare è inteso come un passare sopra. Dopo che vi è stata un’offesa il primo passo è riprendere la comunicazione con la persona che ti ha offeso, e ha volte si dice: "Ma sì, passiamo sopra. Il perdono non è far finta di niente.

Silenzio – canto vi darò un cuore nuovo

Il perdono è un rapporto personale con l’altro, il perdono è un dono gratuito

Perdonare non è scusare inteso come comprendere. "Ma si, bisogna tentare di mettersi al posto di chi ci ha offeso, per poter perdonare!". Comprendere le ragioni e magari dire alla persona che ti ha offeso, in fondo l’hai perdonato. Questo permette di scusare, ma non di accordare il perdono, perché altrimenti sarebbe solo una questione di ragionamento. Io cerco di scusare la persona, di capirla "… in fondo ha fatto in suoi errori… cerchiamo di capirla!". La scusa intellettuale, quella che nasce dal ragionamento non porta con sé i tre caratteri fondamentali del perdono:

-il perdono è un avvenimento;

- il perdono è un rapporto personale con l’altro;

- il perdono è un dono gratuito.

“Se io mi metto a ragionare, e dico alla persona che mi ha offeso solamente: "ma sì, io ti perdono, in fondo ho capito, sto capendo", in cuor tuo ti fai tutta una serie di ragionamenti, ma non entra in azione la persona che ti ha offeso, perché viene esclusa, non entra in azione un fatto concreto perché tu vai da lui e gli dici "Io ti perdono", inoltre non doni niente gratuitamente, fai solo un ragionamento che giustifica la persona. Perdonare non significa tollerare. Ogni volta che un gruppo di persone cerca di vivere o lavorare insieme deve stabilire ciò che è disposto a tollerare all’interno di quel gruppo.  Ogni gruppo, ogni famiglia deve sapere che cosa è disposta a tollerare e che cosa invece è chiamata a perdonare, che sono due cose profondamente diverse. Bisogna ricordare che non si devono tollerare le azioni di una persona solo perché la si perdona: il perdono guarisce, tollerare a lungo andare danneggia tutti. Il concetto fondamentale è che il perdono è un donare in maniera gratuita quella che poteva essere la nostra vendetta e non lo si fa per scusare, non lo si fa per tollerare, non lo si fa per passere sopra, per fare finta che non sia successo niente, cioè dimenticare. Silenzio – canto vi darò un cuore nuovo

La Croce è la manifestazione più chiara del perdono

A questo punto ci chiediamo: qual è il motivo per cui si può perdonare una persona? il perdono non è una cosa ragionevole, non è ragionevole perdonare. Quando si perdona una persona non è che fa un atto di intelligenza, anzi a volte è del tutto irragionevole perdonare, allora dove baso io il mio perdono? In base a che cosa posso perdonare un’altra persona? Noi diciamo che possiamo perdonare perché Dio ci ha perdonato. Questo è il concetto fondamentale. Questa è la motivazione fondamentale per cui io posso arrivare a donare il perdono a una persona. Non sforzatevi di cercare dietro a tanti ragionamenti il motivo per cui io devo dare il perdono ad un’altra persona. Ora la rivelazione di Gesù Cristo, è una rivelazione che ha a che fare con la misericordia.

Quando sta per morire in croce, Gesù pronuncia due parole molto importanti dice: "Padre, perdona loro, perché non sanno quello che fanno" e poi dice a uno dei due ladri crocifissi con Lui: "Oggi sarai con me in Paradiso". La Croce è la manifestazione più chiara del perdono, ci vuole comunicare nel profondo del nostro cuore che Dio è il Dio che perdona, e che non esiste peccato che non possa e non voglia perdonare. Nel momento in cui noi siamo chiamati a donare perdono, ci dobbiamo ricordare questo: che non esiste peccato, che non esiste offesa a cui non si possa dare perdono, perché dopo Gesù Cristo qualsiasi offesa, qualsiasi peccato pur quanto grande possa essere può sempre ricevere il perdono. Non esiste peccato, per quanto grande sia che non possa ricevere il perdono

Silenzio – canto nulla ti turbi (3 volte)

Il perdono non è opera nostra, ma è un’opera che viene da Dio.

 Dio ci ha dimostrato che non c’è peccato che Lui non possa perdonare. Il ladro che stava morendo in croce, che ha avuto il coraggio, in quel momento, di mettersi nella verità, dicendo al Signore "noi abbiamo sbagliato, ho peccato", che ha avuto il coraggio, dopo essersi messo nella verità, di dire al Signore "ricordati di me quando entrerai nel Tuo Regno", quel ladro è stato perdonato. Questo ci dice che non c’è nessun peccato, nessuna offesa a cui Dio non possa perdonare. Non c’è nessun peccato e nessun offesa che con l’aiuto di Dio noi non possiamo perdonare. Per questo il messaggio più alto e l’impegno più alto che il Signore ci da nel Vangelo è quello dell’amore ai nemici. "Ma io vi dico amate i vostri nemici e pregate per i vostri persecutori".

Ora, fratelli e sorelle, noi facciamo esperienza, ad un certo punto della nostra vita, che c’è qualcuno che ci diventa nemico. Quella persona a cui tu tanto volevi bene, ad un certo punto ti diventa nemico, tua moglie, tuo marito con cui hai costruito una vita, ad un certo punto ti diventa nemico, perché magari ti tradisce. Quel tuo confratello, o quella tua consorella con cui hai camminato per molto tempo nella tua vita religiosa, ad un certo punto ti diventa nemico. Proprio lì il Signore ti chiama e ti invita ad amare i nemici. Quel tuo collega di lavoro con il quale eri sempre andato molto d’accordo, ad un certo punto ti diventa nemico, e la prima cosa che devi dire davanti a questo è che non c’è nessuna persona, per quanto nemica possa essere, a cui io non possa amare, a cui io non possa donare perdono, perché quell’atto di perdono non è un atto mio ma è un atto che viene dal Signore. Ora, in questo momento, bisogna chiedersi come si può arrivare ad amare i propri nemici. Come si può arrivare al punto di pregare per i nostri persecutori? Come possiamo essere misericordiosi come misericordioso è il Padre nostro, che morendo in croce perdona chi lo sta uccidendo? Il processo del perdono viene espresso nel Padre nostro. Noi, nel Padre nostro, ad un certo punto che cosa diciamo? Rimetti a noi i nostri debiti come noi li rimettiamo ai nostri debitori.

 Silenzio – canto scusa Signore

Solo Dio ha la forza di guarire il tuo passato e non farlo diventare un mostro

Matteo quando racconta dell’episodio del Padre nostro alla fine specifica "se voi perdonerete agli uomini le loro colpe, il Padre vostro celeste perdonerà anche a voi, ma se voi non perdonerete agli uomini, neppure il Padre vostro celeste perdonerà le vostre colpe". Nella Lettera ai Colossesi, Paolo dice: "Anche voi dovete perdonare, come il Signore vi ha perdonato". Ogni perdono come ogni amore di cui il perdono è una forma particolare, ha un’origine fondamentale, nasce da Dio. Questo è il concetto fondamentale. Se Dio mi perdona significa, prima di tutto, che io posso perdonare me stesso, e gli errori che ho commesso, cioè mi posso riconciliare con me stesso. Noi tante volte, fratelli e sorelle, viviamo lancinati da sensi di colpa, veniamo lancinati da preoccupazioni interiori, non ci accettiamo per quello che siamo, per gli errori che abbiamo commesso nella vita, siamo sempre a rivangare il nostro passato ed andare a rivedere le cose che non sono andate bene, non accettiamo la nostra storia. La forza di uscirne, non è una forza che viene dai ragionamenti, ma da Dio. Solo Dio ha la forza di guarire il tuo passato e non farlo diventare un mostro, solo Dio ha la forza di guarire le tue colpe, questo è un atto sacramentale. È un atto che viene dal perdono che solo Dio ti può dare compiutamente. Allora il primo passaggio in un cammino di perdono è che Dio perdona l’uomo, Dio mi perdona. Se Dio mi perdona, io posso perdonare me stesso, posso riconciliarmi con la mia storia, posso riconciliarmi con il mio passato, posso guardare il mio passato, e vedere in esso non solamente una serie di errori, ma il segno della misericordia di Dio. Il passato, gli errori che hai commesso non sono solamente il luogo del peccato ma sono il luogo della misericordia, il luogo del perdono, il luogo in cui Dio nella tua vita ti ha perdonato.

Silenzio – canto nulla ti turbi (3 volte)

Nella misura in cui io perdono gli altri, posso ricevere, ancora una volta il perdono di Dio

Riuscite a capire che senso di liberazione può nascere già da questo? Se non si comprende, noi passiamo tutta la nostra vita a guardare a tutte le colpe che abbiamo commesso, noi non troviamo mai pace. Se Dio ti perdona, tu, ti puoi riconciliare con te stesso, con il tuo passato. A quel punto puoi dare perdono anche agli altri. Quindi, Dio perdona l’uomo, perdona ciascuno di noi e noi possiamo perdonare noi stessi, possiamo accettarci per quello che siamo, possiamo accettare la nostra storia, riconciliarci con il nostro passato e se ci siamo riconciliati con noi stessi possiamo perdonare anche gli altri. Se non diamo questo perdono agli altri, dice il Signore, non potremo ricevere fino in fondo il Suo perdono. Entriamo in una logica che è circolare: Dio perdona me, io perdono me stesso, io posso perdonare gli altri e se perdono gli altri Dio continua a donarmi il Suo perdono. Nella misura in cui io perdono gli altri, posso ricevere, ancora una volta il perdono di Dio. È quello che viene riassunto nella preghiera del Padre nostro «Rimetti a noi i nostri debiti, come noi li rimettiamo ai nostri debitori». Non significa, fratelli e sorelle, che Dio non ci perdona se noi non perdoniamo agli altri, ma perché tu possa ricevere il perdono di Dio completamente, perché tu lo possa assaporare totalmente, devi imparare a perdonare i fratelli, allora, a quel punto chiudi il processo del perdono. Molte volte succede che noi riceviamo il perdono di Dio ma poi quando è il momento di perdonare i fratelli non lo facciamo, e, quel perdono di Dio che abbiamo ricevuto in qualche modo non si compie, rimane incompleto, è una grazia che non arriva fino in fondo nella nostra vita, si blocca. Tante volte non riusciamo a perdonare gli altri, perché non ci siamo perdonati, perché non ci siamo riconciliati con noi stessi, con la nostra storia, con il nostro passato, continuiamo a farci del male, senza avere il coraggio, guardando a Dio, di riconciliarci con noi stessi e quindi con i fratelli.

Quali sono i passaggi di questo processo in cui noi perdoniamo gli altri?

La domanda la pongo in maniera più chiara. A volte mi chiedono: "Come faccio, Padre, a perdonare qualcuno che mi ha offeso? Quali sono i passaggi da fare?"

Silenzio – canto Acqua viva

Otto scalini

Il primo concetto da cui dobbiamo partire è che non esiste offesa che non si possa perdonare, non esiste persona a cui non si possa donare il perdono. Questo vi deve essere molto chiaro perché ci sono dei momenti in cui pensiamo: "Perdono tutto, ma questo non lo perdono proprio!"; oppure, in maniera più raffinata diciamo: "Io l’ho perdonato ma, che non si presenti mai più davanti a me!". Questo modo è più raffinato per dire che, in realtà non lo abbiamo perdonato. Oppure: "Io lo perdono, ma se lo trovo per strada faccio finta di non vederlo". Questo succede a tutti, mi raccontavano certi preti che al momento della pace, quando concelebravano, cercavano di non mettersi vicini per non scambiarsi il gesto della pace sull’altare. Il perdono è veramente difficile. Quante volte noi diciamo: "Passo su tutto, ma su questo non passo!". Non esiste cosa a cui non si possa donare il perdono, non esiste fatto che in qualche modo non si possa perdonare. I passaggi potrebbero essere questi:

1)      Quando uno ti offende la prima cosa che devi fare è pregare per lui, perché è il primo elemento fondamentale in un processo del perdono.

2)      Il secondo passo del perdono è avere il coraggio, in qualche modo, di portare il peso di quell’offesa. Perché il perdono, come abbiamo detto all’inizio, non è uno schiocco di dita, ma significa anche portare il peso di questa offesa. Noi normalmente non abbiamo il coraggio di portare il peso, quando uno ci ha offeso cominciamo a spargere per il mondo questa grande notizia, così che il mondo sappia chi mi ha offeso. Avere il coraggio di portare il peso.

3)      Il terzo passo è privilegiare nella cortesia. Se io devo fare una cortesia ad una persona, indovinate a chi bisognerebbe proprio farla? A chi ci è nemico, privilegiare nella cortesia proprio la persona che ci ha offeso

4)      Quarto passo è quello di parlare, confrontarsi assieme, avere il coraggio di parlare, perché parlare significa mettersi nella verità, mettere la persona nella verità, ed essere disponibili ad accogliere questa verità.

5)      Quinto passo, se non si risolve ancora il perdono chiedi la supervisione di una terza persona. "Tu che ne pensi di questa cosa?". Quando non riusciamo ad uscire da una situazione intricata creatasi tra noi e la persona che ci ha offeso, o che noi abbiamo offeso, allora abbiamo il coraggio di andare da una terza persona per chiedere il suo parere.

6)       Sesto passo, se ancora non si riesce, dillo alla Chiesa, dillo all’Autorità, dice la Scrittura.

7)      Se ancora non riesci a trovare il perdono distingui, settimo passo, il comportamento. Se lui mi ha offeso, io non offendo lui, per vendetta, non voglio fare questo. Se lui mi ha fatto del male, io non voglio ripagare con lo stesso male. Distinguo il comportamento, anche se non riesco a fare il bene, però non voglio vendicarmi.

8)      Ultimo ed ottavo passaggio ritorna di nuovo nella preghiera. Se ancora non riesci a perdonare, se ancora non riesci a donare riparti dall’inizio e ritorna ancora una volta nella preghiera.

 

Silenzio -  Canto: Perché tu sei con me

Benedizione finale

 

Dio sia benedetto

Benedetto il Suo santo Nome.

Benedetto Gesù Cristo, vero Dio e vero Uomo.

Benedetto il Nome di Gesù.

Benedetto il Suo sacratissimo Cuore.

Benedetto il Suo preziosissimo Sangue.

Benedetto Gesù nel SS. Sacramento dell’altare.

Benedetto lo Spirito Santo Paraclito.

Benedetta la gran Madre di Dio, Maria Santissima.

Benedetta la Sua santa e Immacolata Concezione.

Benedetta la Sua gloriosa Assunzione.

Benedetto il Nome di Maria, Vergine e Madre.

Benedetto S. Giuseppe, Suo castissimo Sposo.

Benedetto Dio nei Suoi Angeli e nei Suoi Santi.

Canto finale salve regina

L'incontro è stato strutturato su un riadattamento di un testo online di P. Sante Pessot


 


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