L'umiltà e la generosità nelle opere


 08/07/2014  |     don Paolo Malerba  |    967  |   Comunità



Riflessione sull'essere "operatori" nella vita

Desidero riflettere con voi su due parole importanti: la prima la prendiamo dal libro del Siracide: “Figlio compi le tue opere con mitezza e sarai più amato di un uomo generoso”.
Il profeta ci invita a compiere le nostre opere non perché gli altri ce le riconoscano, ma perché sentiamo di farle nel profondo del nostro cuore, la ricompensa sarà quella di essere amati, amati più di coloro che sono generosi, perché  chi compie qualcosa con amore profondo fa qualcosa di grande e partecipa al mistero dell’amore di Dio.
Ci dice anche come compiere le opere: “Quanto più sei grande tanto più fatti umile e troverai grazia”, non basta fare le cose, è il modo di fare le cose e il modo in cui ci si rapporta di fronte alle situazioni e alle persone che conta, è un invito all’umiltà.
 
Chi è l’umile?
Sul vocabolario ci sono molte definizioni, ma una è molto interessante, gli umili per la nostra società sono i depressi, quelli che dicono di non sapere fare nulla. In realtà quest’ultimi, non sono umili hanno una superbia e un orgoglio interni così forti, che cercano di nascondere.
La parola umile deriva dal latino humus. Sulla superficie del terreno vi è l’humus, cioè il letto vitale per ogni forma di vita vegetale. Se il seme non cade nell’humus, non cresce, l’umile allora non è quello che secca tutto intorno a sé, ma colui che diventa humus e dà la possibilità anche agli altri di crescere.
La persona umile ha dei doni, li riconosce e li mette al servizio degli altri, sa che non sono suoi ma di Dio, riconosce i propri  limiti e supera quelli che può, gli altri li affida  a Dio.
 
Vi Invito a pensare ad un evento di qualche tempo fa, di cui siamo stati tutti spettatori, alcuni lo hanno già dimenticato… la rinuncia di Benedetto XVI.
Lui è stato humus, cioè terreno fertile per la chiesa. Pensate se Benedetto XVI non avesse rinunciato al suo servizio, al suo potere, non avremmo avuto un Papa così giovane, ciò vuol dire che lui si è fatto humus per far germogliare un’altra persona. Chi conosceva cardinal Bergoglio?
Chi è invaso dallo Spirito Santo diventa humus, perché qualcun altro possa crescere. Questo è l’umile, non quelli che si tirano indietro, chi si mette in gioco al servizio degli altri è umile. L’umile non è depresso, è consapevole di chi è, conosce i propri limiti, è creativo e offre il proprio dono agli altri.
Benedetto XVI si è fatto trampolino per un’altra persona, quanto più grande sei, tanto più fatti piccolo.
La logica del mondo è diversa! Nell’uomo è insito il desiderio di diventare grande, sin da bambini si sente il desiderio di diventare grandi, c’è  un piccolo seme dentro l’uomo buono o cattivo, non saprei, ma se un bambino viene rimproverato, si difende dicendo proprio: “ Ma io sono grande!”.
A diciotto anni, poi, ci si sente in grado di gestire la propria vita, perché si è grandi, sembra che essere grandi sia solo una questione economica.
Gesù ci dice qualcosa di diverso rispetto alla nostra società, che ci invita a sgomitare per essere grandi, per essere al centro, Gesù ci dice fatti umile, quanta più conoscenza hai, fatti umile perché gli altri possano crescere, volare, realizzarsi come persone.
Proviamo  a pensare ai tanti anziani della nostra società, in tutti i campi, politico, ecclesiale, economico molti di loro pensano che la loro vita, il loro essere sia legata alla sedia, al potere.
Quelle persone non hanno ancora scoperto la pienezza di Dio. Se tu scopri che ciò che sei è dono di Dio capisci che tu devi diventare trampolino di lancio per gli altri. Lo vediamo nella politica, nelle famiglie, nelle comunità, nelle chiese. Bisogna diventare humus, aiutare un’altra persona a crescere, a venire fuori. E’ la gratificazione più bella vedere qualcun altro crescere. E’ difficile, ma si può fare.  

Come si può servire la Chiesa?
Benedetto XVI ce lo insegna; con il silenzio, con la preghiera, con il nascondimento.
Voi provate a pensare quanto interesse è rivolto a questi uomini importanti, nascondersi per loro è difficile. Diventare humus significa anche smettere di criticare, di vedere cosa fanno e dicono gli altri. Come è difficile!
Ho chiesto ad un bambino cos’è l’humus e mi ha detto che il lombrico dopo aver mangiato la terra la espelle e quella diventa humus. Che bello!
Dobbiamo lasciarci mangiare e diventare humus per gli altri.
 
Arriviamo al secondo punto, questa volta prendiamo spunto dal vangelo di Luca: “Chiunque si esalta sarà umiliato, e chi si umilia sarà esaltato”. Gesù osserva gli invitati alla festa che sgomitano per trovare il primo  posto… Gesù allora racconta una parabola  che insegna che la vera generosità nasce da un cuore puro. Gesù ci dice: quando inviti qualcuno non invitare i tuoi parenti, gli amici… poi vuoi il tuo tornaconto. Che cosa vuol dire?
I matrimoni, le comunioni , le cresime non hanno più il senso della festa, hanno il senso del commercio. Chi invita si fa i calcoli, chi è invitato si dispera.
Il cristiano che ricompensa cerca, quella degli uomini o quella di Dio? Vedo già le nuvolette sulle teste di qualcuno che pensa, per ora prendiamo la ricompensa degli uomini, poi a quella di Dio ci penseremo.
Questo è il gioco del demonio, impariamo a prendere la ricompensa di Dio, perché quella degli uomini si paga a caro prezzo, anche con la vita.
E allora, vi invito a riflettere sull’umiltà che ci chiede di diventare humus e sulla generosità che nasce da un cuore puro.
 
 


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